● La moneta di chi è? Come va gestita?

[Manuale per i superficiali]
BANCHE CENTRALI
A)
La Banca Centrale è 100% statale: caso di Bank of England, Banque de France e Bundesbank dopo il 1945 circa; caso della Banca d’ Italia tra il 1936 e il 1992.
Ma…
…il Debito Pubblico di Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia PERO’ continua a esistere da sempre e tali Stati emettono da sempre titoli di Stato, cioè si INDEBITANO anziché creare moneta sovrana per sé priva di alcun debito. Tutto ciò viene innescato e gestito da una società di loro proprietà, la rispettiva Banca Centrale Nazionale. Ma allora se è tutto statale perché non esiste un registro del Signoraggio Pubblico o Credito Pubblico accanto a quello del Debito Pubblico, visto che creditore e debitore coincidono almeno sulla quota di moneta creata dalla Banca Centrale?
B)
La Banca Centrale è 100% o quasi a partecipazione privata: caso per esempio di Federal Reserve e di Banca d’ Italia (quest’ ultima prima del 1936 e dopo il 1992).
Perciò sembra ovvio che…
…il Debito Pubblico degli Stati soggetti a tale tipo di Banca Centrale continui ad esistere e tali Stati da sempre emettono titoli di Stato. Tutto ciò viene innescato e gestito da un ente privato MA… considerato per statuto una società di interesse pubblico o pubblicistico alla pari di A). Tale Banca Centrale è controllata da Banche Commerciali e/o d’ Affari che si collocano sul mercato e che essa deve pure sorvegliare e perciò essa genera un conflitto di interessi.
C)
La Banca Centrale è a partecipazione mista e pure controllata da Banche Centrali Nazionali che non addebitano la moneta della loro controllata alla loro Nazione di riferimento ma addebitano un’ altra moneta gestita in proprio (come Banca d’ Inghilterra, Banca Centrale di Svezia e Banca Centrale di Danimarca): caso della Banca Centrale Europea.
Quindi, come ai punti A) e B) per quanto riguarda la sostanza, ovvero l’ emissione di moneta-debito creata dal nulla, il resto sono tutti aspetti che competono agli “agghindamenti” giuridici.
Chiaramente il gioco è stato tutto semplificato (nota per gli “esperti economisti” che se no si incazzano 2 volte, poveri loro…) in quanto è stata tolta per semplicità l’ acquisto diretto, con moneta CREATA DAL NULLA di titoli di debito statali di nuova emissione nelle aste organizzate dal Ministero del Tesoro, da parte dei c.d. Operatori Abilitati, ovvero:
gli Specialisti in Titoli di Stato, cioè SOLTANTO Banche Commerciali e d’ Affari, registrati presso la Banca d’ Italia se consideriamo il caso italiano. Sono il vero volto de Il Grasso Bankiere©, IGB© alla massima potenza.
Quindi ci sono sempre banche a indebitare lo Stato direttamente alle aste e non possono farlo che comprando titoli di Stato con moneta CREATA DAL NULLA, poiché TUTTE le banche prestano moneta scritturale (oggi quasi solo di tipo elettronico) senza spostare e prelevare fisicamente alcunché, né dal patrimonio né dai conti correnti, NULLA DI NULLA: utilizzano immobilizzazioni e depositi SOLO come garanzia per i prestiti, non come zone di prelievo di moneta.
E questi prestiti, erogati per CHIUNQUE, sono delle semplici registrazioni contabili (moneta scritturale).Ecco l’ elenco degli Specialisti in titoli di Stato. Ecco Il Grasso Bankiere© in persona con nome e cognome.
Ecco la vera Grande Mangiatoia™ che si nasconde dietro allo Stato, sotto la squallida crosta della politica politicante, corrotta, criminale e guerrafondaia, sotto alla immane coltre di parole e di astruse teorie-escremento inculcate a forza dal sistema dell’ istruzione, dagli sconci professori e dottori col lurido culo seduto nei consigli di amministrazione delle banche, dagli squallidi giornalisti-kapò a libro paga di editori-banchieri ormai scoperti come truffatori, usurai e assassini.
Ecco la Grande Mangiatoia™ che schiavizza e depreda fino all’ osso l’ Umanità tutta.A decorrere dal 21 dicembre 2009, a seguito del cambio di denominazione sociale richiesto da una delle controparti, ai sensi dell’art. 3 comma 3 del decreto 13 maggio 1999 n. 219, l’elenco degli Specialisti in Titoli di Stato è composto, in ordine alfabetico, dai seguenti operatori:

Agli Specialisti in titoli di Stato si aggiungono successivamente, nelle varie operazioni di negoziazione dei titoli, le Società di Intermediazione Mobiliare (SIM) registrate presso la CONSOB.
Una volta acquistati da questi, i titoli di Stato possono essere riacquistati dalla Banca Centrale e detenuti da quest’ ultima sia prima della loro scadenza sia fino alla scadenza, a seconda della politica monetaria decisa dalla stessa Banca Centrale e della sua necessità di autofinanziamento attraverso gli interessi sui titoli.
La politica monetaria della Banca Centrale infatti è data dalla somma delle operazioni di acquisto/vendita di titoli di Stato con rispettive e contemporanee creazione/distruzione di moneta e iniezione/ritiro di liquidità nel/dal sistema delle Banche Commerciali e d’ Affari. In tali compravendite di titoli di Stato sono definite Operazioni di Mercato Aperto le compravendite riguardanti titoli di Stato che la Banca Centrale rivende prima della loro scadenza, trattandosi di rifinanziamenti temporanei ad hoc delle Banche Commerciali e d’ Affari.Infatti quando lo Stato Italiano (per esempio) si indebita per finanziare il deficit di bilancio, dal 26 novembre del 1993 (per legge) lo fa soltanto con le Banche Commerciali e d’ Affari a livello internazionale: prima di tale data invece poteva ricevere degli anticipi sul conto corrente del Ministero del Tesoro direttamente dalla Banca Centrale e prima dell’ asta di luglio del 1981 poteva anche far acquistare direttamente dalla Banca Centrale una parte dei titoli di Stato emessi, nella fattispecie quelli che rimanevano invenduti alla chiusura delle aste.
L’ eliminazione del vincolo per Banca Centrale italiana (Banca d’ Italia) di acquistare tale parte di debito pubblico di nuova emissione rimasto invenduto venne stabilita da una semplice convenzione con scambio di lettere nel febbraio del 1981 tra il Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e il Governatore Carlo Azeglio Ciampi.Bene… anzi, male! Allora la DOMANDA DEFINITIVA è:
Che differenza fa se la Banca Centrale è dichiarata pubblica o privata o guazzabuglio diabolico se in ogni caso emette moneta-debito, cioè obbliga lo Stato a restituire la moneta alla scadenza dei titoli di debito statali (acquistati prima dal Ministero del Tesoro e/o dagli Operatori Abilitati) e a pagare inoltre gli interessi su questa stessa moneta?
Risposta: NESSUNA DIFFERENZA!!! …Infatti i casi A), B) e C) sono solo tre varianti di un’ unica cosa: la moneta-debito addebitata da falsari usurai.

Insomma si fa tutto un da fare per scoprire e denunciare le trame di IGB© e poi si conclude dicendo che la statalizzazione risolve tutto… eh sì! Continuiamo allora con l’ avere come tra il 1936 e il 1992 una società dello Stato, la Banca d’ Italia, che come un cancro distrugge il resto dello Stato, i cittadini privati e le aziende, in combutta con le Banche Commerciali e d’ Affari…

Un capitolo a parte va ora riservato alla truffa della riserva aurea

Da sempre ogni Banca Centrale tiene in bilancio per vari scopi una certa quantità di oro.
Fino al 15 agosto del 1971 e SOLO per i non residenti negli Stati Uniti d’ America ogni banca a richiesta poteva cambiare la valuta nazionale in dollari e convertire quindi i dollari in oro custodito dalla Federal Reserve.
Quindi fino al Ferragosto del 1971 Fin sono messi per legge nero su bianco tre furti espliciti:
– ai residenti negli USA viene detto in faccia che il dollaro di carta viene loro prestato dalla Fed e dalle Banche Commerciali senza copertura e senza possibilità di conversione in oro, con l’ aggiunta degli interessi;
– al Resto del Mondo viene detto in faccia che gli Statunitensi sono truffati di brutto in casa loro e che solo una parte dei dollari di carta in circolazione può a richiesta essere convertita in oro e quindi una parte ancora minore di valuta cartacea nazionale può essere a sua volta convertita in oro passando per i dollari: infatti la convertibilità è ben altra cosa della copertura aurea.

– a TUTTO il Mondo si continua a nascondere il fatto che il valore è una dimensione del tempo e NON della materia, per cui il valore indotto sul simbolo monetario di costo nullo (banconota, oggi anche denaro elettronico) è una creazione del pubblico che lo accetta, NON una creazione della banca che lo emette e solo per il fatto di scriverci sopra 1, 10, 100, 1000: tant’ è che la miniera concede gratuitamente la pepita d’ oro.

Dato per assodato tutto ciò, il fatto che una Banca Centrale sia completamente di proprietà pubblica suona come una truffa con beffa finale.
Se lo Stato è proprietario della Banca Centrale, di conseguenza anche la riserva in oro (che magari si fa custodire per conto terzi da altre Banche Centrali) dovrebbe essere di proprietà dello Stato, perciò con quale criterio si prestano banconote allo Stato (oltre alle Banche Commerciali e d’ Affari) attraverso una società dello Stato visto che sono garantite, anche solo per la già truffa della convertibilità, da riserve auree di proprietà della stessa collettività?
Ciò significa che la collettività tramite il fantasmi giuridici dello Stato e della Banca Centrale presta a se stessa semplici pezzi di carta garantiti solo in minima parte da qualche sassolino prezioso già di sua proprietà e quindi a utilizzo gratuito, né più né meno come la miniera concede gratuitamente la proprietà e l’ utilizzo della pepita d’ oro.
Perciò si genera DAL NULLA un debito verso se stessi (!!!) in pezzi di carta con l’ assurda giustificazione di avere già in tasca una cosa gratuita di valore nominale SICURAMENTE inferiore ai pezzi di carta (convertibilità).

Con la fine degli accordi-truffa di Bretton Woods il 15 agosto 1971 si inaugura la stagione della super-truffa grazie al fatto che il Sistema Bancario ottiene per legge la facoltà di creare moneta come vuole e quanto vuole per i prestiti senza alcun rischio dovuto alla possibilità di convertibilità, fattibile solo per una piccolissima parte della massa totale di banconote di tutte le divise a livello mondiale, massa in continuo e inesorabile aumento.
Nel caso delle Banche Centrali statali la fine degli accordi sulla convertibilità aurea ha il significato di far diventare i propri sassolini preziosi un semplice peso morto (come se non lo fossero già da prima), quindi è ancora più stridente il fatto che si sia stabilito per legge con la fine degli accordi di Bretton Woods che gli Stati Banchieri possano così auto-indebitarsi all’infinito della propria carta straccia e auto-inchiodarsi in tale INFERNALE ASSURDITÀ a causa del peso degli interessi che fanno aumentare lo stesso auto-indebitamento a circolo vizioso.

Lo stesso Governatore Luigi Einaudi (poi divenuto Presidente della Repubblica) ben prima del 1971 aveva già confermato in pieno l’ inutilità del vincolo della convertibilità e il paradosso di trovarsi a capo di una Banca Centrale statale: “Alla scarsità dell’ oro si è sostituita la saggezza del Governatore”.
Come se fosse saggio un Governatore di Stato che di mestiere fa compravendita usuraia di debiti dello Stato creati dal nulla attraverso la banca statale che dirige…!!!

BANCHE COMMERCIALI E D’AFFARI

Prima ho introdotto gli Specialisti in titoli di Stato. Occorre ricordare come NESSUNA banca statale funziona in maniera differente da una qualsiasi banca privata.
Infatti ogni banca (sia centrale che commerciale) emette e ritira moneta con i prestiti in questo modo:1. crea moneta DAL NULLA;
2. la presta, acquistando titoli di debito vari o erogando mutui, fidi, anticipi, sconti, ecc.
3. chiede interessi sul debito contratto dal richiedente (Stati, imprese, privati);
4. distrugge la moneta restituita dal debitore in quota capitale nominale, intascando gli interessi.Dato per assodato questo UNICO modo di operare del Sistema Bancario, riassumibile con moneta-debito dissipativa caricata di interessi, si scoprono a questo punto delle cose impensabili ancorchè abnormi.
Lo Stato Italiano con la legge bancaria fascista del 1936 statalizzò una fetta consistente del sistema bancario privato dell’ epoca, in particolare divennero di proprietà pubblica le seguenti banche commerciali e d’affari:- Credito Italiano
– Banca Commerciale
– Banco di Roma
– Mediobanca
– Monte dei Paschi di Siena
– Banca Nazionale del Lavoro.Le prime 3 erano definite “Banche di Interesse Nazionale” o BIN (dal 1937) dopo essere divenute per statuto “Istituti di Diritto Pubblico” insieme alle seconde 3 in virtù di tale legge bancaria.
Queste banche chiaramente svolgevano attività creditizia in tutti i rami del settore privato (alcune erano specializzate in credito industriale a medio e lungo termine) e…
… del settore pubblico…! Sì, avete capito bene: erano banche al 100% statali che alle aste del Ministero del Tesoro acquistavano i titoli di Stato come qualsiasi Specialista in titoli di Stato prima descritto, cioè INDEBITAVANO lo stesso Stato che le possedeva…!!!E non potrebbe essere altrimenti, visto che DATI MACROSCOPICI INCONTROVERTIBILI affermano che:1) il debito pubblico non si è MAI estinto di colpo;
2) il debito pubblico mediamente è sempre aumentato;
3) il fisco è sempre rimasto in funzione e anzi il carico fiscale è sempre aumentato sia in quantità di tasse che in peso delle singole tasse;
4) le aste dei titoli di Stato sono sempre esistite e anzi si sono sempre più intensificate;
5) non sono MAI esistiti i libri del Credito Pubblico e del Signoraggio Pubblico derivanti dai prestiti allo Stato da parte delle sue stesse banche – creditore e debitore coincidono – ma SOLO quello del Debito Pubblico;
6) non sono MAI esistiti registri di Credito o di Signoraggio competenti allo Stato e derivanti da tutti i prestiti fatti dalle banche commerciali e d’affari statali a privati e imprese;
7) tutto quanto appena detto è durato per tutto il periodo di proprietà statale di queste banche commerciali, dal 1936 al 1992, anno in cui si iniziò la loro ri-privatizzazione.Oltre a ciò le cosiddette BIN erano le partecipanti della Banca d’ Italia, cioè della Banca Centrale, quindi la stessa Banca d’ Italia figurava come una banca al 100% statale come già visto poco fa, che come sua attività principale (d’ altra parte lo fa DA SEMPRE per legge-statuto-convenzione) acquistava e vendeva titoli di Stato sia all’ emissione direttamente in asta sia indirettamente nel sistema delle Banche Commerciali e d’ Affari (prima dell’ asta del luglio 1981, poi solo indirettamente). Oltre a ciò come già accennato la Banca d’ Italia prima del 26 novembre 1993 poteva anticipare liquidità direttamente sul conto corrente di Tesoreria del Ministero del Tesoro: una forma di indebitamento pubblico alternativa a quella dell’ acquisto di titoli di Stato e attuata direttamente dal Tesoro con la Banca Centrale senza intermediazione di altre banche o di altri intermediari.
Ancora, la Banca d’ Italia statale comprava/vendeva titoli di debito statali ANCHE dalle/alle Banche Commerciali statali che la partecipavano (le BIN), ovviamente, perché queste ultime come già detto operavano sul mercato come qualsiasi banca privata sempre con modalità come da punti 1., 2., 3. e 4. prima elencati e compravano tra le altre cose anche titoli di Stato, potendo partecipare alle aste in qualità di operatori abilitati.Risulta a prima vista paradossale che uno Stato, emettendo moneta-debito tramite delle sue società bancarie per prestiti a se stesso oltre che ai privati, non risulti contemporaneamente creditore di tutta la moneta emessa a debito sia verso di sé che verso i privati e quindi non utilizzi gratuitamente TUTTA la moneta proveniente sia dalle restituzioni dei prestiti sia dal percepimento degli interessi per suoi scopi a cominciare dal finanziamento a costo zero (cioè a tasse zero) della spesa pubblica.In realtà ciò non è affatto paradossale poiché abbiamo appena mostrato come NON CONTA ALCUNCHE’ il fatto che la proprietà dell’ ente emittente (la banca) sia pubblica o privata, ma conta SOLTANTO la modalità con cui viene emessa e gestita la moneta dallo stesso ente emittente.
In particolare lo Stato non riutilizzava gratuitamente la moneta che il suo perverso sistema di banche pubbliche riceveva da imprese, da privati e da se stesso (!!!) alla restituzione dei prestiti, poiché da sempre la moneta restituita in quota capitale nominale (valore nominale del prestito) viene distrutta (moneta-debito dissipativa), a SPUDORATA conferma della sua precedente creazione DAL NULLA (vedi punti 1., 2., 3. e 4.), fermando il suo flusso al sotto-fantasma giuridico della banca anziché essere poi gestita direttamente dallo Stato e dalle Pubbliche Amministrazioni in genere per qualsivoglia scopo di rilievo pubblicistico.
Solo una parte degli interessi venivano conferiti dalle banche statali allo Stato tramite tassazione e distribuzione degli utili netti e quindi né più né meno di una banca privata partecipata da un azionista pubblico, ma questo non è affatto un vantaggio poiché il fatto che lo Stato chieda a se stesso e ai cittadini che rappresenta interessi sui prestiti – oltre al già ampiamente sottolineato auto-indebitamento – E’ ABERRANTE e AUTOLESIONISTICO, oltre a essere AUTOINFLATTIVO, senza contare il fatto che gli interessi per alcuni decenni erano a due cifre con punte del 20% annuo. Alla faccia del conclamato “interesse pubblico”…!!!
E suona come una ennesima estrema beffa il fatto che lo Stato fino al 7 febbraio 1992 potesse decidere assieme alla sua Banca d’ Italia quale tasso di sconto e quali interessi AUTOTRUFFARSI e TRUFFARE ai cittadini e alle imprese su una già gigantesca truffa data dai debiti pubblici e privati creati dal nulla.
Come da schiavi poter decidere collegialmente col padrone la quantità di frustate da ricevere tra un minimo di 50 e un massimo di 100 (© Sandro Pascucci).Infatti non a caso i sistemi con cui lo Stato si è sempre finanziato sono stati il prelievo fiscale (tasse e tariffe) e il contrarre nuovo debito pubblico col Sistema Bancario (sia privato che pubblico), mentre in misura molto minore l’ utile delle varie aziende di Stato (quando c’ era).La sovranità monetaria è rimasta sempre nelle mani delle sue banche e delle altre banche private.Ma anche se ci fosse un libro del Credito Pubblico o del Signoraggio Pubblico accanto a quello del Debito Pubblico, che senso avrebbe mai indebitarsi con se stessi per poi riprendersi a posteriori il dovuto in qualità di creditori di se stessi? Ciò non avrebbe alcun senso: sarebbe naturale che lo Stato si stampi IL DOVUTO – senza contrarre alcun debito e senza dichiarare alcun credito – per finanziare i servizi che eroga ai cittadini di cui è rappresentante, emettendo quindi la c.d. moneta-proprietà.Così si uscirebbe finalmente dalla spirale perversa dettata a bacchetta nella società dalle [IN]CULTURE SERVE DEI BANCHIERI TRUFFATORI E USURAI.
A iniziare dalla [in]cultura del debito monetario onnipresente e ineluttabile.
Per continuare con la [in]cultura del valore in sé e per sé (vedi sopra: valore dimensione della materia VS valore dimensione del tempo).

Per concludere, sia prima che dopo il 1936 per arrivare fino agli Anni 70, lo Stato emetteva anche cartamoneta di piccolo taglio con su scritto “Regno d’ Italia” o “Repubblica Italiana” e questi biglietti venivano emessi SENZA formazione di alcun debito pubblico, né più né meno del caso dell’ emissione di monete metalliche, da sempre appannaggio dello Stato.
In realtà l’ emissione di questa cartamoneta avveniva in piccoli volumi e saltuariamente allo scopo di coprire momentanei disavanzi di bilancio nel corso dell’ anno, perciò incideva poco sul bilancio dello Stato, più o meno come l’ emissione di monete metalliche.
A mio parere il mantenere anche una piccolissima parte di emissione monetaria (come le monete metalliche) da parte degli Stati è mediaticamente funzionale al Sistema Bancario perché la sola presenza nel caso dell’ Euro metallico dei simboli RI (Repubblica Italiana) o RF (Republique Française) e di un conio specifico per ogni Nazione che emette lo stesso Euro metallico contribuisce a far credere che sia tutto sotto controllo pubblico e gratuito compresa l’ emissione dell’ Euro in banconote da parte della Banca Centrale Europea.

 


 

CONCLUSIONI

In definitiva la nazionalizzazione della Banca d’Italia e delle banche ridefinite Banche di Interesse Nazionale e Istituti di diritto pubblico del 1936-1937, durata fino al 1992, non ha fatto altro che CAMBIARE LA PROPRIETÀ DEI FANTASMI GIURIDICI AUTORIZZATI ALL’EMISSIONE DI MONETA, senza cambiare di una virgola il funzionamento del precedente Sistema Bancario privato e con somma beffa per i cittadini.

Tutto quello che è stato fin qui scritto vale anche per tutte le banche statali del resto dell’Europa, a cominciare come detto dalle Banche Centrali Nazionali tuttora statali quali Bundesbank, Banque de France e Bank of England che sono le più importanti in assoluto anche tra le varie BCN europee partecipanti alla stessa BCE.

Per quanto detto finora, chi vuole pensare e operare VERAMENTE nell’interesse dei cittadini DEVE rispondere definitivamente alle domande fondamentali:

 

– DI CHI E’ LA PROPRIETÀ DELLA MONETA ALL’ATTO DELL’EMISSIONE?
– COME DEVE ESSERE EMESSA E GESTITA LA MONETA?

 

Tutto il resto compete soltanto alla superficie della questione monetaria. Altrimenti, come diceva Giacinto Auriti, lo Stato rimarrà un semplice fantasma giuridico creato ad arte dalla Grande Mangiatoia™ come paravento per servirSI anziché come strumento per serviRE.

[per approfondire leggi Vito Zuccato su forum.primit.it]

● Le banche spendono a deficit, lo Stato no

Le banche spendono a deficit, emettendo credito con soldi che non hanno, in misura di 20 volte la loro disponibilità reale: è una spesa a deficit in misura del 2000% (deposito frazionario; hai letto bene: DUEMILA per cento), coperta dalla restituzione automatica (o in denaro o tramite i beni posti a garanzia dal debitore).
Lo stato può tecnicamente spendere a deficit garantito dal ritorno fiscale automatico: se fai bene i conti scopri che TUTTI i soldi spesi rientrano necessariamente, a tempo debito (provare per credere).
Gli USA sono usciti dalla crisi 2007-08 con spese a deficit anche superiori al 10%.
Il Giappone fa spese a deficit analoghe.
L’Italia del dopoguerra è stata costruita con spese a deficit dello stesso ordine.
L’Italia “europea” nel 2019 arranca con un deficit del 2,04%, di fronte a pressioni per ridurlo all’1,6 (roba da crescita nulla).
L’Italia costruita con intelligenti usi del deficit viene oggi distrutta impedendolo, mentre la banche investono a deficit nella misura proporzionale di circa 1000 volte di più.
Questa è la scandalosa privatizzazione dell’economia, che genera concentrazione di ricchezza in poche mani ed espansione della povertà in tutte le altre.


CURIOSITÀ

Francia, Germania e Regno Unito evadono più di noi.

https://www.ilsole24ore.com/art/nei-paradisi-fiscali-nascosti-italiani-142-miliardi-l-81percento-pil-ACFnzXr?fbclid=IwAR1bnJe5yLBycFUkHOOpGy20bVcR_fWW5RPTNROsYialt3aIpv9KjsPF_rk

● Minibot a prova d’idiota

Il denaro non è un bene reale, bensì è un bene fittizio creato a volontà dal suo monopolista, ad esempio lo Stato, il cui ruolo è quello di creare benessere diffuso.

I liberisti trattano il denaro come se fosse un bene reale, ignorando completamente le basi della teoria monetaria moderna (il denaro infatti non è più agganciato all’oro dal 1971, fine del “Gold standard”.

Uno Stato sovrano con “moneta fiat” oggi ha il potere di creare tutto il denaro che vuole, per creare piena occupazione e pieni servizi, e senza generare inflazione…

Sappiamo che secondo il filosofo Benedetto Croce, la differenza tra un LIBERALE ed un LIBERISTA, seppur quasi impercettibile ai più è profonda: “Il liberismo è un concetto inferiore e subordinato a quello di liberalismo. E in Italia si può essere liberali senza essere liberisti”.

Per completezza, il concetto di LIBERTARISMO secondo l’Accademia della Crusca e l’Enciclopedia Treccani afferisce ad un orientamento di pensiero e movimento politico-culturale tipicamente statunitense teso ad esaltare il ruolo dell’individuo e la sua libertà d’azione all’interno della società capitalisticaM.N. Rothbard (For a new liberty. The libertarian manifesto, 1973), principale teorico del libertarismo, postula la necessità e la possibilità di assoggettare alla logica di mercato tutte le funzioni tradizionalmente attribuite allo Stato (comprese la giustizia, l’ordine pubblico e la difesa: cosa non pensabile per un liberale o per un liberista per sé) e di assolutizzare i diritti individuali come naturalmente fondati. Per questo e per la fiducia espressa nei confronti del sistema capitalistico il libertarismo è denominato anche anarco-individualismo o anarco-capitalismo.


Il video “La favola dell’ebreo e il ciclo monetario” di Nicolas Micheletti è visibile qui https://www.youtube.com/watch?v=p7Bfe3iSNSE

● Crisi, come risolvere

1901294_660969710629263_1663586764_nPoiché numerosissimi lettori stanno scaricando e condividendo il modulo per pagare gratis creando euro (vedi sotto) l’avvocato Marco Della Luna pubblica una versione aggiornata del medesimo, ripetendo che non se ne assume alcuna responsabilità, che chi lo volesse usare lo farebbe a suo rischio e pericolo, avvertendo che non vi è garanzia di accettazione e che qualche banca ha addirittura denunciato il debitore che la aveva pagata usando tale modulo. Testualmente egli dichiara: “Io non vi vedo alcun illecito penale, ma la “giustizia” di ogni paese serve di regola il potere costituito e i suoi interessi, a torto o a ragione, in cambio della partecipazione a qualche privilegio. Tenete presente che tutte le istituzioni, anche quelle giudiziarie, stanno legittimando la creazione di moneta contabile denominata “euro” da parte delle banche non centrali, in aperta violazione dell’art. 128 TFUE, che riserva la creazione dell’Euro al Sistema Europeo delle Banche Centrali – il che la dice lunga sull’inconsistenza della legalità vantata dal regime. Neanche i cittadini, le imprese, gli enti pubblici potrebbero, secondo questo articolo, creare moneta denominandola “euro”, ma lo possono fare per legittima difesa contro le banche (non centrali), che lo fanno sistematicamente, sotto gli occhi compiacenti delle istituzioni, e per giunta senza dichiarare i profitti da creazione monetaria, e così facendo evadono le tasse creando debito pubblico, recessione e povertà. Di fatto, però, alcune banche hanno (implicitamente o esplicitamente) accettato il pagamento qui descritto, e anche qualche ente pubblico, anche per imposte. Perché lo fanno? Credo che sia una sorta di prova, per vedere se funziona questo mezzo di pagamento, che è l’unico con cui si possa evitare una crisi generale di insolvenza dei loro “debitori”, cioè la svalutazione in massa dei crediti nei loro bilanci. E credo che molte banche nonché l’Agenzia delle Entrate temano che, se si scontrano in tribunale con queste contestazioni di sistematica illegalità e violazioni fiscali, possa dilagare lo scandalo, e, con lo scandalo, la consapevolezza popolare. Tuttavia la vera utilità del fatto che migliaia e migliaia di persone continuano a “pagare” con questo tipo di moneta, è un’utilità sociale, consistente nel rendere pubblica la realtà illegittima e insostenibile del sistema monetario basato sulla sovranità monetaria delle banche private di credito che creano pseudo-euro in violazione dei trattati. E nello spingere verso una riforma come quella delineata in fondo a questo articolo. Il tutto come meglio analizzato e argomentato nel mio ultimo saggio, Tecnoschiavi, pubblicato da Arianna Editrice, dal quale sono estratte le pagine che seguono. 16.02.19 Marco Della Luna”

Per scaricare il modulo aggiornato, richiederlo tramite messaggio a: https://facebook.com/MonetaNostra


PER RISOLVERE IL PROBLEMA FINANZIARIO NAZIONALE

La realtà sopra esposta fornisce all’Italia un’arma potentissima sconfiggere l’opposizione di Germania, Francia, Commissione Europea così da poter attuare la spesa per investimenti e taglio delle tasse indispensabile per rilanciare il Paese. L’Italia infatti può contestare all’UE e alla BCE e anche alla Corte dei Conti, sollevando uno scandalo generale:

  • come falso, arbitrario e scientificamente confutato il paradigma economico-finanziario adottato da UE e BCE e basato sulla scarsità-costosità intrinseche della moneta, quindi sulla necessità di tassare o risparmiare per trovare i soldi con cui fare gli investimenti utili, per non dire dei vincoli di bilancio;
  • come falsi i bilanci delle banche di credito (e della stessa BCE e BdI), richiedendo l’accertamento degli utili non dichiarati e il pagamento delle tasse su di essi e usando tali utili per risanare a costo zero tutte le banche decotte, pagando tutti i loro creditori e facendo una splendida figura.

La suddetta realtà consente pertanto (di gettare sul tavolo delle trattative con l’Unione Europea la richiesta):

  • di chiarire mediante apposito trattato e, in ogni caso, apposita legge nazionale, la distinzione normativa e contabile tra euro-moneta legale creato dal SEBC e moneta creata dalle banche non centrali sotto la denominazione “euro”;
  • di eseguire, attraverso l’Agenzia delle Entrate, verifiche e rettifiche dei bilanci delle banche;
  • di denunciare, con forte battage divulgativo, i reati di falso in bilancio, evasione fiscale, riciclaggio;
  • di accusare come complici (almeno per via omissiva) di questa colossale evasione fiscale tutte le autorità monetarie soprattutto europee;
  • di creare in proprio, attraverso una banca pubblica, l’euro scritturale che creano le altre banche (dato che lo Stato ha ceduto alla BCE la potestà di creare la moneta legale, non la moneta scritturale bancaria).

● Moneta scritturale, Bankitalia s’incarta

26220273_1617264081683257_8837748320641233958_n

Da poco tempo la Banca d’Italia ha pubblicato sul proprio sito ufficiale un singolare “Avviso pubblico”. Bizzarro anche nella formulazione, poiché non riporta la data né la firma di qualcuno o il riferimento a un qualche ufficio interno.

Insomma è di Bankitalia, ma non si sa chi l’ha scritto. La materia è interessante. Il documento si intitola “Creazione di moneta scritturale da parte dei cittadini – Avviso al pubblico” e inizia raccontando il fatto che Bankitalia da qualche tempo sta ricevendo da parte di alcuni cittadini “comunicazioni che attestano l’autonoma creazione di euro scritturali e l’utilizzo delle somme così create per il presunto pagamento di debiti o per fornire una presunta provvista per successive operazioni di pagamento o per l’emissione di titoli di credito da parte della stessa Banca d’Italia”. Lo stesso documento prosegue affermando che “l’assunzione di queste iniziative, sia pure in numero limitato, unite alla presenza sul web di riferimenti alla teoria economica di cui sono applicazione, rende necessario pubblicare alcune precisazioni al fine di evitare pericolosi equivoci”.

A diversi lettori verrà da pensare che qualcuno in Italia è impazzito anche senza che faccia troppo caldo. Ma non è così, perché tutto nasce dall’iniziativa di un avvocato, Marco della Luna (anche attraverso il suo blog), che da anni si batte per contestare il potere assunto da Bankitalia (e ora dalla Bce) con la creazione di moneta, soprattutto da quando, con il divorzio tra ministero del Tesoro e Bankitalia, questa ha assunto nei fatti un’autonomia e un’indipendenza (dal potere politico in generale e dal governo in particolare) che ci fanno necessariamente porre la domanda su quali siano gli obiettivi di tale istituto, che ormai lavora stabilmente di concerto con la Bce, assumendo quindi decisioni in un’ottica europea, secondo visioni di interesse europei, quindi non necessariamente a difesa degli interessi nazionali.

Ora il cuore della questione è che, nel passare le consegne della sovranità monetaria da Bankitalia alla Bce, non c’è scritto da nessuna parte che la stessa fosse autorizzata a farlo. Ancor peggio, l’articolo 1 della nostra Costituzione recita che la “sovranità appartiene al popolo”. Ora il popolo si può dare delle istituzioni per amministrare ciò che è suo (e rimane suo). Chi amministra non ha il potere di cedere a sua volta l’amministrazione. In altre parole, con un esempio semplice: si può dire che se io ricevo una macchina in prestito e poi la guido, non faccio un abuso; ma se invece a mia volta la presto, allora compio un abuso e il proprietario che me l’ha prestata giustamente se ne risentirà.

Seppure si tratti di una materia gravissima, questo però è solo il cuore del problema, i cui effetti devastanti sono effettuati dall’attività bancaria ordinaria, quella di prestare denaro. Infatti, tale attività è ingannevolmente chiamata “prestare denaro”, perché le banche non prestano nulla: sia perché per prestare si dovrebbe prima avere (la banca non presta denaro proprio né quello dei depositanti, cioè non presta quello che ha); e poi perché di fatto in ogni erogazione di finanziamento, prestito o mutuo, la banca commerciale crea letteralmente denaro dal nulla. Ora questo denaro è “euro scritturale”, non creato da Bankitalia o dalla Bce, per il quale si parla di euro legale.

La questione non è di lana caprina perché, come scritto nello stesso “Avviso al pubblico”, “sulla base della normativa internazionale e nazionale, l’unica forma di moneta legale – ossia dotata del potere di estinguere le obbligazioni in denaro – è la moneta emessa dalla Banca centrale europea (Bce)”.

Quindi, stando alle parole della stessa Bankitalia, tutto il denaro scritturale (cioè il 98% del denaro in circolazione, quindi escluse le banconote che sono create dalla Bce) non è moneta legale e quindi non è dotata del potere di estinguere le obbligazioni in denaro.

L’anonimo redattore di questo comunicato forse pensava di mettere una toppa al discorso scrivendo che “il meccanismo di creazione di moneta scritturale da parte del singolo cittadino intenderebbe replicare la cosiddetta moneta bancaria o scritturale, termine con il quale si indica l’insieme degli strumenti gestiti e organizzati dalle banche e dagli altri soggetti abilitati a prestare servizi di pagamento: assegni, bonifici, addebiti diretti, carte…

Si ricorda che la prestazione dei servizi di pagamento, attraverso moneta scritturale, è un’attività consentita per legge esclusivamente ai soggetti abilitati, quali banche, istituti di moneta elettronica, istituti di pagamento”.

Ma, come spesso capita, la toppa è peggiore del buco e apre una voragine: infatti, se è vero che la legge disciplina la “prestazione di servizi di pagamento”, è pur vero che i cittadini che si sono creati moneta scritturale non hanno attivato un servizio di pagamento, ma hanno solo creato moneta.

Sarei proprio curioso di sapere cosa ne penserebbe un giudice in un eventuale processo: anche perché pure il pagamento effettuato con tale moneta personalmente creata non è l’offerta a terzi di un servizio, quindi non rientra nemmeno questo in un “servizio di pagamento”.

In tale senso sembra anche decadere la velata minaccia contenuta nel testo: “Secondo il Testo unico bancario (artt. 131-bis e 131-ter) l’abusiva emissione di moneta elettronica e l’abusiva prestazione di servizi di pagamento costituiscono un reato”. Infatti, solo la Bce “emette” la moneta creata (non la spende né effettua un pagamento di un debito o di una spesa, per le quali necessità utilizza invece i profitti dell’emissione, cioè gli interessi sulla moneta emessa). Invece i cittadini in questione non hanno intenzione di “emettere” moneta, ma solo di effettuare pagamenti per estinguere obbligazioni in denaro. In altre parole, Bankitalia ha solo ragione di intervenire se io creo la moneta e poi la presto, chiedendo un interesse sul denaro creato dal nulla, come fanno ora tutte le banche, dalla Bce in giù.

Paradossalmente, nessun testo legislativo dice nulla sulla creazione di moneta: perché se lo dicesse dovrebbe negare questo potere ai soggetti privati, quali sono anche banche commerciali e gli istituti di pagamento.

A certificare la confusione totale sulla natura giuridica della moneta ci sono pure le banconote. Queste sono emesse da Bankitalia (su mandato della Bce) cioè da un istituto di diritto pubblico (almeno sulla carta, come scritto nello statuto). Eppure sulle banconote, vicino alla scritta Bce c’è presente e ben visibile il simbolo del copyright “©”: cioè su un documento ufficiale e pubblico emesso da un istituto di diritto pubblico abbiamo un elemento giuridico appartenente al diritto privato!

A completare il quadro, c’è pure il Tribunale di Bolzano, il quale in un a sentenza ha affermato che “quanto, invece, alla violazione dell’art 127 (ex art 105) del trattato istitutivo dell’Unione Europea, non si capisce per quale motivo la creazione di moneta attraverso il sistema bancario possa violare tale norma, che nulla dispone in tal senso, come è assolutamente irrilevante il riferimento all’art 10 TUB, che non vieta tale sistema”. Una sentenza dagli effetti potenzialmente devastanti, in base al principio che ciò che non è esplicitamente vietato è permesso.

La moneta, oltre a essere un’istituzione, è pure frutto di una fiducia che potremmo chiamare “fiducia sociale”, senza la quale nessun sistema monetario può funzionare. Tale fiducia può essere anche concessa, quando è ragionevole concederla preventivamente. Ma deve pure essere guadagnata. E le istituzioni bancarie europee e italiane non stanno facendo molto per guadagnarsela.

E i cittadini ne prendono atto e si organizzano…

Più info >>> https://www.youtube.com/watch?v=-FiTVToLhZA


Per una più completa comprensione della questione si  rimanda a “Moneta Nostra” su Facebook

● Chi è il peccatore?

Parliamo dell’attuale moneta a debito, privata. C’è consenso, perfino da parte del mainstream: l’Eurozona era in una crisi di bilancia dei pagamenti, non di debito pubblico. Gli anni scorsi si è sostenuto d’essere in una crisi fiscale dovuta (falsamente) agli elevati debiti pubblici e si sponsorizzava la cosiddetta austerità espansiva, il rimedio proposto ed attuato da Monti, il killer bocconiano. Molti sanno invece che nelle AVO i tassi di cambio fissi scatenano l’indebitamento dei paesi periferici e la conseguente trappola della povertà, così come è sempre accaduto nella storia economica. In realtà, a indebitarsi pericolosamente in primis sono le banche, cioè i privati, e quando scoppia la crisi del debito (poiché gli stranieri non rinnovano più i crediti) gli Stati, tramite le imposte, soccorrono gli istituti di credito necessitati dal ripianamento (forse a dimostrazione che in realtà, la tanto vituperata ed ostacolata crescita del settore statale è indispensabile all’espansione dell’iniziativa privata) fatalmente determinando la crisi fiscale e quindi l’esplosione del debito sovrano… Irlanda e Spagna sono gli esempi più tipici. La Grecia fu uno Stato malignamente coccolato dai tedeschi (parzialmente anche dai francesi e poco dagli italiani) portato ad indebitarsi oltre misura, con i risultati che conosciamo. La ragione di questa vicenda è del tutto il mercantilismo industriale tedesco che, sostenendo la periferia attraverso discutibili soluzioni di finanza creditizia, aveva “pompato” artificiosamente all’estero, in particolare in Grecia, gli acquisti dei propri beni. Furbi, eh? Forse. Questi processi erano benedetti da molti economisti autorevoli, primi fra tutti Blanchard e Giavazzi, già nel 2002. Dunque la crisi non è dei debiti sovrani (pubblici) come si vuole far credere, ma è originata da questioni di bilancia commerciale, vale a dire dai debiti esteri (privati) indotti dal malevolo credito facile.


Ora due domande:

secondo te, umanamente, chi è il peccatore? È più carogna il debole acquirente/compratore oppure il potente venditore che invoglia e trascina in errore?